
Vitamina D e sistema immunitario
Gli studi scientifici dell’ultimo decennio hanno dimostrato che un adeguato apporto di vitamine e minerali è necessario per supportare sia la risposta immunitaria innata (presente fin dalla nascita), sia quella “adattativa” o “acquisita” (che si sviluppa nel tempo e come conseguenza all’esposizione ad agenti patogeni).
Tra le sostanze che aiutano a modulare opportunamente la risposta immunitaria, e quindi a proteggere l’organismo da agenti infettivi, medici e scienziati hanno concentrato la loro attenzione sulla vitamina D, una vitamina liposolubile che si presenta sotto due forme: l’ergocalciferolo, che viene assunto con il cibo, e il colecalciferolo, che viene sintetizzato dal nostro organismo. Nota principalmente per il suo ruolo nella regolazione del metabolismo osseo, le ricerche condotte negli ultimi anni suggeriscono che la vitamina D entra in gioco per sostenere la buona funzionalità del sistema immunitario, mediante due azioni:
– promuove la risposta immunitaria per contrastare le infezioni;
– attenua la risposta immunitaria quando è eccessiva evitando l’insorgenza di patologie croniche o autoimmuni.
Secondo il modello immunologico attuale, per poter proteggere il corpo dalla minaccia di virus e batteri le cellule T del sistema immunitario devono in primo luogo essere esposte a tracce dell’agente patogeno. Ciò avviene quando queste vengono “presentate” da altre cellule immunitarie dell’organismo, i macrofagi Quando una cellula T è esposta a un agente patogeno, espone sulla sua membrana un dispositivo di segnalazione noto come recettore per la vitamina D “VDR”: ciò significa che la cellula T deve avere a disposizione la vitamina D, o l’attivazione cesserà. Se le cellule T non riescono a trovare sufficiente vitamina D nel sangue, non inizieranno mai ad attivarsi. [1]
Inoltre, è stato scoperto che la vitamina D sarebbe in grado di stimolare la produzione di potenti composti antimicrobici da parte sia di alcune cellule del sistema immunitario, sia delle cellule dell’epitelio di rivestimento delle vie respiratorie, giocando così un’azione di prevenzione delle infezioni di naso, gola, bronchi e polmoni.
Nonostante la sua importanza per il benessere dell’organismo, l’insufficienza di vitamina D interesserebbe circa la metà dei giovani italiani nei mesi invernali. La condizione carenziale aumenterebbe con l’avanzare dell’età sino ad interessare la quasi totalità della popolazione anziana italiana che non assume supplementi di vitamina D. [2]
La principale fonte naturale che permette di ottenere quantità adeguate di vitamina D è la biosintesi da parte della pelle esposta alla luce solare, possibile soltanto in alcuni periodi dell’anno. Ricorrere all’uso di supplementi alimentari a base di vitamina D nei cambi stagionali e nei periodi invernali potrebbe risultare particolarmente utile.
- Francesca Sassi, Cristina Tamone and Patrizia D’Amelio “Vitamin D: Nutrient, Hormone, and Immunomodulator”, Nutrients 2018, 10, 1656; doi:10.3390/nu10111656
- S. Adami, E. Romagnoli, V. Carnevale, A. Scillitani, A. Giusti, M. Rossini, D. Gatti, R. Nuti, S. Minisola “Linee guida su prevenzione e trattamento dell’ipovitaminosi D con colecalciferolo” Reumatismo, 2011; 63 (3): 129-14